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AMY, il sogno di Milo. Un film del collettivo Rick Rea
Il film ha preso vita nell'ambito di un progetto scolastico ideato e proposto da Antonio Leo nell'ambito delle possibilità offerte dal piano PNRR per la scuola “Riduzione dei divari negli apprendimenti e contrasto alla dispersione scolastica (D.M. 19/2024)”, Orientare e potenziare. Per la realizzazione del progetto l'Istituto Comprensivo Roncalli ha nominato Antonio Leo, in veste di formatore esperto e Marta Maddalena nel ruolo di formatore tutor. AMY, il sogno di Milo è stato girato e montato tra gennaio e maggio 2025. Il progetto ha ricevuto il costante appoggio del dirigente Cosimo Basile e della direttrice dei servizi generali e amministrativi Donata Zaccardo, nonché dell'amministrazione comunale di Dueville che ha messo a disposizione la sala del cinema teatro Busnelli per la prima assoluta che si è tenuta il 30 maggio 2025.
AMY, il sogno di Milo è un racconto poetico e visionario che restituisce all’adolescenza il potere dell’immaginazione.
Milo legge profondamente il mondo, lo vive pienamente, con sguardo superiore, senza però accettarlo così com’è, in una ricerca curiosa e continua che affonda nella noia, e si apre a emozioni improvvise. In un mondo in cui il linguaggio è strumento di manipolazione e controllo, sceglie il silenzio. Le sue relazioni sono costruite sull’intesa, non sulla parola, di cui però conosce bene la forza: ascolta, immagina, elabora coraggiose utopie, danzando tra i pericoli.
Una lezione sull’amigdala, e sul suo ruolo nelle emozioni, accende in lui un’intuizione radicale: e se si potesse intervenire direttamente sul comportamento umano, rendendo le persone più gentili? Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e di alcuni amici, Milo mette in atto un esperimento audace all’interno della scuola. Ma la tensione tra ideali e conseguenze si fa sempre più acuta. Il confine tra bene e male, tra etica e controllo, si dissolve.
Girato con un gruppo di studenti della scuola secondaria di primo grado in un contesto educativo reale, il film nasce da un laboratorio scolastico sviluppato come spazio di creazione collettiva, dove la guida adulta ha lasciato ampio margine all’invenzione, alla sperimentazione, e alla libera espressione. Il risultato è un’opera indipendente, viva, non addomesticata, capace di restituire una verità emotiva rara.
La musica ha un ruolo centrale: non accompagna solo le immagini, ma le espande, le contraddice, le interpreta. Vivaldi apre il film come una tempesta che infrange l’ordine apparente; Liszt e Paganini danno voce al conflitto interiore di Milo; Verdi e Mozart evocano il destino e il giudizio, mentre le danze di Brahms e Bartók tracciano un confine labile tra felicità e malinconia, libertà e costrizione. Le scelte musicali, fortemente simboliche, guidano lo spettatore a “sentire” ciò che non viene detto, amplificando l’impatto poetico ed emotivo.
AMY, il sogno di Milo ha preso vita all’interno di un laboratorio scolastico in modo naturale e sorprendente. Siamo a Dueville, in provincia di Vicenza, nel cuore di uno dei maggiori poli produttivi d’Europa: un contesto che si distingue per creatività ed efficienza, e che rappresenta un modello di valorizzazione della dimensione multietnica del tessuto sociale.
Quella che doveva essere una nuova esperienza per gli alunni della scuola secondaria di primo grado è andata ben oltre il semplice esercizio didattico. Siamo riusciti a mettere in atto una modalità che probabilmente Ivan Illich avrebbe apprezzato: la scuola mette a disposizione risorse, tecnologia e sapere, e orienta la libera sperimentazione ed espressione degli alunni verso la creazione di un’opera dal carattere autentico e irripetibile.
Il processo creativo è partito da una fase di brainstorming iniziale a cui tutti hanno contribuito. La guida dell’adulto si è mantenuta entro il perimetro dell’identificazione delle migliori opportunità espressive e qualitative, per garantire una visione estetica coerente, mantenendo la condivisione e il contributo collettivo al centro del progetto. Per questo, anche in considerazione dei limiti tecnici di una produzione scolastica, AMY, il sogno di Milo può essere considerata un’opera unica per spontaneità, freschezza e verità espressiva.
La figura di Milo, un piccolo Prometeo, è emersa nel corso delle riprese in maniera inaspettata e potente. Come ho avuto modo di scrivere “Milo legge profondamente il mondo, lo vive pienamente, con sguardo superiore, senza però accettarlo così com’è, in una ricerca curiosa e continua che affonda nella noia, e si apre a emozioni improvvise. In un mondo in cui il linguaggio è strumento di manipolazione e controllo, sceglie il silenzio. Le sue relazioni sono costruite sull’intesa, non sulla parola, di cui però conosce bene la forza: ascolta, immagina, elabora coraggiose utopie, danzando tra i pericoli. Milo è nato dall’energia scaturita dall’incontro tra chi ha vissuto e chi si accinge a vivere, tra progettualità e casualità, tra accuratezza e disordine, ipotesi e caos, ragione e intuizione” nel modo più pieno e coinvolgente in cui può attuarsi un processo educativo.
Antonio Leo, 25-05-2025
Antonio Leo, guida e autore del progetto, è insegnante di Arte e Immagine nella scuola secondaria, artista visivo e sperimentatore dei linguaggi digitali; web e application designer, esperto di comunicazione, ha fondato e coordinato per la scuola numerosi progetti in cui l’educazione incontra l’espressione simbolica e la tecnologia.
In AMY, il sogno di Milo utilizza il linguaggio cinematografico non a scopo narrativo, bensì estetico e con intento maieutico, facendo emergere la sensibilità, la fresca naturalezza e la bellezza degli attori. Il suo sguardo si posa sul potenziale trasformativo e liberatorio dell’arte, capace di interrogare la realtà senza offrire risposte facili.
Nel film oltre ad aver curato concept, direzione artistica, fotografia, montaggio, post-produzione e supervisione del progetto, presta la sua voce in diversi momenti, interpretando con ironia la figura del “dio professore” che valuta le prestazioni degli allievi e le sancisce con un voto.
Marta Maddalena ha curato organizzazione, logistica e calendarizzazione del progetto oltre ad aver collaborato alla scrittura e interpretato il ruolo della professoressa di matematica in una sequenza onirica di danza, offrendo un momento di sospensione poetica e portando sullo schermo una sintesi tra sapere scientifico, ironia e presenza scenica.
Insegnante di Matematica e Scienze, ha maturato esperienze professionali nel campo della ricerca di base in biologia molecolare presso l’Università degli Studi di Padova. È stata componente del gruppo scientifico che ha avviato il laboratorio di ricerca dell’Ematologia dell’Ospedale di Vicenza. Parallelamente, ha coltivato una passione per i musical, partecipando a varie produzioni ne La Compagnia del Villaggio – nota realtà del panorama artistico veneto – nei ruoli di ballo, canto e recitazione
In ordine alfabetico:
Enea Accili, Martina Amato, Thomas Barausse, Skander Ben Ali, Ottavio Boarotto, Edoardo Boldrin, Giorgia Del Vecchio, Nicholas Fiorentin, Sandra Gorcinschi, Samar Haissoun, Daniele Huzum, Sofia Jghab, Antonio Leo, Annika Longo, Marta Maddalena, Filippo Magnoni, Maya Manstretta, Gabriele Bryan Marin, Leonardo Meneguzzo, Riccardo Pedrazzoli, Giosue Pinton, Fabio Pretto, Alice Rocchini, Kevin Tabasco, Lorenzo Trentin, Thomas Uderzo, Flavia Visonà
Enea Accili (Milo)
Samar Haissoun (Julie)
Skander Ben Ali (Gregory)
Alice Rocchini (prof. di scienze)
Giulio Zanovello (esegue Vivaldi)
Stefano Sardo (vicepreside)
Fabio Lo Presti (professore di tecnologia)
Marta Maddalena (professoressa che danza)
Fabio Ferrante (direttore d’orchestra)
Maurizio Camarda (violinista)
Andrea Bassan (batterista dell’orchestra)
Gianluca Rizzon (chitarrista dell’orchestra)
Stefano Sardo è stato per molti anni coordinatore del Dipartimento di Sostegno della scuola secondaria e coach sportivo. In passato, ha prestato il suo volto per spot pubblicitari e ha recitato in compagnie teatrali locali, dimostrando versatilità e passione per le arti performative. Nel film, interpreta il vicepreside autoritario, un personaggio che, in un momento cruciale della narrazione, rivela un lato sorprendentemente cordiale. La sua performance incarna con efficacia le sfumature del ruolo.
Fabio Lo Presti è una figura poliedrica che unisce competenze tecniche e artistiche. Nato in Sicilia, si è laureato con lode in Architettura presso l’Università di Palermo, intraprendendo una carriera come progettista tra Malta, la sua terra natale e l’Emilia-Romagna. Attualmente docente di Tecnologia presso l’Istituto Comprensivo Roncalli di Dueville. Parallelamente, coltiva una profonda passione per il cinema, la musica e il canto, con esibizioni live e la partecipazione come attore non protagonista in alcuni film. È impegnato nella produzione del suo secondo album da cantautore. Nel film interpreta il professore “un po’ strano” di tecnologia portando sullo schermo una performance che aggiunge autenticità e umorismo alla narrazione.
Violinista vicentino diplomato al Conservatorio “Pollini” di Padova nel 2017, Giulio Zanovello si è perfezionato con i Maestri Glauco Bertagnin e Giovanni Guglielmo, Collabora con numerose orchestre italiane e internazionali, ha partecipato a tournée in Europa e negli Stati Uniti e si esibisce come solista, in particolare nelle Quattro Stagioni di Vivaldi. È presidente dell’Associazione Musicale “Fraglia dei Musici” e docente di violino in varie scuole. Zanovello esegue il potente ’attacco dell’Estate di Vivaldi, che definisce “un pezzo metal del 1700” librandosi a un livello cosmico nella nuvola AMY e introducendo così emotivamente il film.
Maurizio Camarda è un musicista e formatore con una carriera poliedrica. Diplomato in violino e viola presso il Conservatorio “C. Pollini” di Padova, ha all’attivo oltre 500 concerti in Italia e all’estero, sia come camerista che come solista. Ha collaborato con importanti orchestre e ha inciso per etichette come Rusty Records e Millennium. Dal 2000 è direttore artistico della European Conducting Academy, centro internazionale per l’alta formazione nella direzione d’orchestra. È docente di violino presso l’Istituto Comprensivo Roncalli di Dueville e tiene corsi di performance coaching per musicisti, unendo competenze artistiche e tecniche di consapevolezza corporea. Nel film Camarda esegue Paganini durante l’urgente corsa di Milo, comparendo in una scena moltiplicata dagli specchi della sua aula di violino.
Fabio Ferrante è un percussionista e direttore d’orchestra vicentino. Primo diplomato in Italia in percussioni moderne afroamericane presso il Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza, ha collaborato con diverse orchestre, tra cui l’Orchestra del Conservatorio di Vicenza e l’Orchestra del Teatro Olimpico. Attualmente docente di percussioni presso l’Istituto Comprensivo “R. Fabiani” di Barbarano Mossano, ha recentemente diretto un’imponente orchestra composta da duecento studenti provenienti da tre istituti comprensivi, in un concerto tributo ai Pooh tenutosi il 28 maggio 2025 al Teatro Comunale di Vicenza. Nel film AMY, il sogno di Milo, Ferrante ha offerto un contributo ironico dirigendo l’“orchestra stonatissima”.
Enea Accili, Martina Amato, Thomas Barausse, Skander Ben Ali, Ottavio Boarotto, Edoardo Boldrin, Giorgia Del Vecchio, Nicholas Fiorentin, Sandra Gorcinschi, Samar Haissoun, Daniele Huzum, Sofia Jghab, Antonio Leo, Annika Longo, Marta Maddalena, Filippo Magnoni, Maya Manstretta, Gabriele Bryan Marin, Leonardo Meneguzzo, Riccardo Pedrazzoli, Giosue Pinton, Fabio Pretto, Alice Rocchini, Kevin Tabasco, Lorenzo Trentin, Thomas Uderzo, Flavia Visonà